Il Dalai Lama in Trentino – la felicità in tempi difficili

Il Dalai Lama ritorna in Trentino. E’ la quarta volta dopo le visite del 2001, 2005, 2009, e questa frequenza dimostra come la nostra terra ha trovato un angolo particolare nel cuore del Dalai Lama. Si è instaurato un rapporto di amicizia e di solidarietà grazie al coraggio delle istituzioni della nostra Autonomia, a partire dai Presidenti della Provincie di Trento e Bolzano per estendersi alla Regione, al Consiglio Regionale e al Consiglio Provinciale, per diffondersi tra le tante amministrazioni locali, scuole e associazioni, coinvolte nei tanti progetti di cooperazione con il popolo tibetano.

Non è purtroppo così scontata nel resto del nostro paese e del mondo che il Dalai Lama venga accolto con tutti gli onori dovuti al rappresentante del popolo tibetano (anche se oggi non è più la guida politica) nonché guida religiosa e spirituale e Nobel per la pace. E’ quindi motivo di onore per la nostra Comunità che le nostre istituzioni, senza differenziazioni politiche, continuino a manifestare la loro solidarietà nei confronti del popolo tibetano.

Il Dalai Lama è venuto più volte in Regione per conoscere la specialità della nostra Autonomia e per verificare se il nostro modello possa rappresentare un modello per la Regione autonoma tibetana, che oggi purtroppo autonoma, e solo per una parte, lo è solo formalmente.

La Regione autonoma tibetana è in realtà occupata militarmente e controllata con una durissima repressione e i tibetani non possono  ne usare le loro risorse ne avere una reale forma di autogoverno. Inoltre continua il flusso di cinesi in Tibet, lo sfruttamento illimitato delle risorse naturali e  la trasformazione del Tibet in un distretto turistico ad uso e consumo della Cina.

Nonostante ogni tentativo di distruzione o corruzione della cultura e della spiritualità  i tibetani dopo 54 anni dall’esilio riconoscono ancora nel Dalai Lama la loro guida e negli ultimi mesi più di cento tra monaci, giovani e donne, si sono immolati bruciandosi vivi come forma estrema di protesta contro  la repressione e  per chiedere il ritorno del Dalai Lama.

Il popolo tibetano è tenace ma la loro rivendicazione nonviolenta di autonomia, rinunciando alla richiesta di indipendenza, non incontra alcuna disponibilità da parte del governo cinese e trova il silenzio convivente di gran parte dei governi nazionali.

Ma come il Dalai Lama ci esorta, dobbiamo coltivare la speranza e per la comunità tibetana la presenza in Trentino del Dalai Lama è comunque un segnale di speranza.

Non sappiamo se vedremo ancora in Trentino il Dalai Lama, lunga vita a sua santità ma la sua età e la scelta di concentrarsi sulla guida religiosa e spirituale ne riducono le possibilità. Per questo abbiamo scelto, accanto agli incontri con il Presidente della Provincia e con il Consiglio Provinciale, di offrire una occasione a tutti i trentini di ascoltare direttamente il messaggio del Dalai Lama. Abbiamo scelto il PalaTrento perchè le ultime visite non hanno permesso a tutti di partecipare , chiedendo scusa per l’ora insolita, le 13 e 30, obbligata per rispettare l’organizzazione della giornata del Dalai Lama, e abbiamo lasciato lo spazio al Dalai Lama affinché possa rivolgere a tutti il suo messaggio di speranza. La sua conferenza riguarderà infatti “La felicità in tempi così difficili”.

Tra i tanti ricordi che conservo dei miei incontri con il Dali Lama mi ha colpito quella volta quando, attraversando con lui le valli del Trentino, mi ha detto che non riesce a capire come non avendo noi occidentali l’affanno per la povertà ci affanniamo per consumare di più trascurando la felicità. Non ho saputo rispondere allora e non so nemmeno rispondere ora. In questo senso le parole del Dalai Lama non possono che farci bene, perché ci obbligano ad interrogarci non solo su quello che potremo fare per la libertà di tutti i popoli ma anche su quello che potremo fare per la nostra libertà.

Roberto Pinter ass. Italia Tibet

pubblicato sul Corriere del Trentino 7 aprile 2013