L’ACCADEMIA BUDDISTA DI LARUN GAR VIENE RASA AL SUOLO.

News da Dharamsala. da The Tibet Post

 

 

Il 20 luglio i bulldozer dell’esercito della Repubblica Popolare Cinese hanno iniziato la distruzione dell’Accademia Buddhista di Larung Gar.

Larung Gar, nota anche come Serthar Buddhist Institute, è risorta negli anni ‘80 per volontà del Lama Jigme Phuntsok  nel luogo dove prima della rivoluzione culturale sorgeva l’omonimo monastero appartenente alla scuola Nyingma.

Nella realtà drammatica del Tibet occupato grazie alla sua remota ubicazione e all’impostazione ecumenica degli insegnamenti di Jigme Phuntsok l’istituto è cresciuto in modo impressionante attorno al tempio centrale dove migliaia di piccole case, per lo più in legno, hanno dato vita ad uno dei complessi architettonici più suggestivi e originali del Tibet del dopo invasione. Larung Gar era stata già oggetto di “attenzione” da parte delle autorità cinesi quando nel 2001 ricevette la visita di un alto funzionario con mille soldati al seguito che ordinò l’immediato “ridimensionamento” del numero degli ospiti dell’istituto. Migliaia di studenti uomini e donne, tra cui molti cinesi, furono cacciati senza riguardi e privi di qualunque sostegno mentre fu vietata ogni forma di assistenza nei loro confronti.  Jigme Phuntsok, che già si era macchiato della grave colpa di rifiutarsi  di partecipare all’insediamento del Panchen Lama fantoccio nominato da Pechino, fu arrestato e portato all’ospedale di Chengdu dove morì in circostanze mai chiarite.

Ora Larung Gar è di nuovo sotto l’attacco brutale delle autorità cinesi e dei suoi bulldozer assistiti dall’esercito. Quanto sta accadendo è una ulteriore prova di come siano solo menzogne le affermazioni cinesi riguardo libertà religiosa e il presunto benessere di cui godrebbe il Tibet dopo la “liberazione”. Al contrario la nuova dirigenza di Pechino sta inasprendo il pugno di ferro mai venuto meno nei confronti della popolazione laica e religiosa del Tibet.

L’Associazione Italia-Tibet denuncia con indignazione questo ennesimo oltraggio al popolo tibetano e alla sua cultura e il silenzio complice e vergognoso dei governi e di molti media, impassibili di fronte a questo dramma senza fine. Chiede alla stampa, ai politici, agli uomini di cultura e alla società civile che guarda anche al nostro domani, di prendere posizione nei confronti della Repubblica Popolare Cinese e della sua inaccettabile politica in Tibet e nel resto del mondo.

 

da Associazione Italia-Tibet